RomAgricola, io posso cambiare Roma

Di Carlo Labruzzi - Paysages d’Italie : les peintres du plein air (1780- 1830) : Galeries nationales du Grand Palais, Paris, 3 avril-9 juillet 2001, Centro internazionale d’arte e di cultura di Palazzo Te, Mantoue, 1er septembre-16 décembre 2001. ISBN 978-27-1184-196-7, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10980720

In questi ultimi decenni ci siamo resi conto di come Roma sia stata devastata. Soprattutto emerge sempre più che non ne abbiamo cura a sufficienza.
Con il nostro impegno e in vista delle prossime elezioni comunali vogliamo restituire alla pianificazione urbanistica, alla cura dell’ambiente e delle persone un ruolo fondamentale per un nuovo governo della città.

Alcuni promotori di RomAgricola provengono dalle esperienze degli anni ’70 per il recupero delle terre incolte e mal coltivate, altri sono ambientalisti e urbanisti che da quegli anni si sono impegnati per la salvaguardia del territorio e il perseguimento di obiettivi come lo stop al consumo del suolo, la valorizzazione dei vuoti urbani, dei parchi verdi attrezzati, delle aree agricole polifunzionali e dei parchi archeologici.

Il gruppo RomAgricola parte dall’esperienza della Cooperativa “Agricoltura Nuova”, che fu una delle protagoniste del recupero delle terre incolte e mal coltivate degli anni ’70. Abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di conoscere negli anni molte personalità che ci sono state di guida di aiuto e che hanno lasciato un segno nel tempo che abbiamo vissuto. Ne cito alcuni: Danilo Dolci, Antonio Cederna, Pio La Torre, Don Roberto Sardelli, Giulio Carlo Argan, e proprio quest’ultimo, nel presentare la prima e unica conferenza sull’agricoltura nel Comune di Roma, disse:

“il recupero delle risorse agricole nella campagna romana, non è solo un fatto economico ma anche culturale, i problemi della città non possono essere scissi dal basso territorio che la circonda. L’agricoltura non ha solo un valore di centralità per la ripresa economica del paese, per il risanamento dei nostri debiti, appalesa anche una centralità per porre una barriera alla devastazione del territorio e alla salvaguardia dell’ambiente. Il lavoro dei campi è fonte preziosa dell’occupazione e riscoperta di valori umani, produttivi e di cultura”

Considerazioni profetiche. È in questo quadro che abbiamo elaborato un Manifesto che coniuga agricoltura, ambiente territorio e lavoro.

Vogliamo che questi temi tornino al centro del dibattito politico istituzionale e di ogni azione di nuovo governo della città capitale d’Italia.
Roma capitale ha avuto tre grandi sindaci, uomini di cultura con capacità politiche, amministrative e realizzative. Pensiamo a Nathan, Argan, Petroselli. Vogliamo che continui la loro storia fatta di impegno e creatività, per il risanamento e lo sviluppo della città e dell’area metropolitana, presentando il nostro manifesto.